Gli obiettivi di rigenerazione urbana e riordino e messa in sicurezza delle aree agricole sono realizzati anche mediante la demolizione di fabbricati in abbandono, che hanno esaurito le loro funzioni e costituiscano un elemento di degrado urbano o un elemento di occupazione di suolo agricolo.
All’interno del tessuto urbano, la demolizione di fabbricati incongrui rappresenta una modalità di riqualificazione della città. Gli edifici abbandonati ed incongrui rappresentano in molti casi un fattore di degrado ed insicurezza dei quartieri circostanti.
Alcuni comuni del Veneto hanno già sperimentato forme di promozione della demolizione di fabbricati incongrui, introducendo un “Piano dei Vuoti”, uno strumento di pianificazione di interventi di demolizione puntuale di fabbricati incongrui nell’area urbana attraverso cui creare parchi urbani e aree pubbliche all’interno della Città, per aumentare la vivibilità del tessuto urbano e la qualità architettonica ed urbanistica dei quartieri.
La legge regionale n. 14/2017 ha previsto la possibilità per i Comuni di prevedere misure di incentivazione della demolizione di fabbricati incongrui nonché di manufatti ricadenti in aree a pericolosità idraulica e geologica, o nelle fasce di rispetto stradale, al fine di migliorare la sicurezza delle città.
La Regione Veneto ha inoltre istituito un fondo regionale per la rigenerazione urbana sostenibile e per la demolizione, per il finanziamento di interventi di demolizione di opere incongrue con ripristino del suolo naturale o seminaturale. Nel 2018 sono stati erogati finanziamenti alle demolizioni per 200.000 euro.
La legge 14/2017 e la legge 14/2019 prevedono inoltre incentivi alla rinaturalizzazione dei suoli mediante il riconoscimento di crediti edilizi da rinaturalizzazione: i volumi demoliti in area agricola possono essere “convertiti” in crediti edilizi e ceduti per la realizzazione di interventi di riqualificazione e ampliamento di fabbricati all’interno delle aree urbane.
Le politiche regionali hanno lo scopo di promuovere un mercato del “riuso” dei volumi esistenti, trasferendoli dalle aree esterne al tessuto urbano (che devono essere ripristinate alla loro funzione naturale) al loro interno, favorendo interventi di densificazione delle città e riqualificazione degli edifici esistenti.
I crediti edilizi da rinaturalizzazione sono inclusi in un registro elettronico comunale, consultabile dal pubblico (RECRED).